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“Pagine scelte”, progetto di lettura condivisa

copertina

Questa settimana la lettura scelta è:

Malcom Lovry  “Sotto il vulcano” (dal Capitolo 1)

Calma piatta all’equatore, ma il piroscafo Samaritan, ammesso e non concesso che dovesse essere lì, in realtà si trovava molto più a nord. E davvero per un piroscafo diretto da Shangai a Newcastle, nel Nuovo Galles del Sud, con un carico di antimonio e mercurio e tungsteno, la rotta tenuta per un bel po’ era risultata strana. Come mai, ad esempio, era spuntato nell’Oceano Pacifico dallo Stretto di Bungo in Giappone, a sud di Shikoku, e non dal Mar Cinese Orientale? Per giorni, un po’ come una pecorella smarrita al largo di svariate isole singolari molto al di fuori della sua rotta.

…….                                  ……..                                 …….

Era stato da qualche parte tra Guy Rock e Euphrosyne Reef che per la prima volta il piroscafo aveva avvistato un periscopio e spinto i motori al massimo. Ma quando il sottomarino era emerso in superficie, la nave aveva tentennato. Il Samaritan era un mercantile disarmato e infatti non aveva attaccato briga. Tuttavia, appena prima che la squadra d’abbordaggio del sottomarino lo raggiungesse, all’improvviso aveva cambiato umore. Come per magia, la pecorella si era trasformata in un drago sputa fuoco. L’U-boat non aveva avuto nemmeno il tempo di inabissarsi. L’intero equipaggio era stato fatto prigioniero. Il Samaritan, che nello scontro aveva perso il comandante, aveva ripreso la rotta e lasciato il sottomarino lì a bruciare impotente, un sigaro fumante sulla vasta superficie del Pacifico.

E in chissà quale rango ignoto a Laruelle – perché Geoffrey non era arruolato nella marina mercantile ma, attraverso il club nautico e grazie a qualche compenso di salvataggio, era stato fatto tenente di vascello o chissà forse a quel punto capitano di corvetta -, il Console era stato in buona parte responsabile di quella bravata. E per quella, o per l’eroismo connesso all’impresa, aveva ricevuto una qualche medaglia al valore.

Però, a quanto sembrava, non era del tutto filato liscio. L’intero equipaggio del sottomarino era stato fatto prigioniero di guerra all’arrivo in porto del Samaritan (che era solo uno dei tanti nomi della nave, sebbene il preferito del Console), ma tutti gli ufficiali erano misteriosamente spariti. Era successo qualcosa a quegli ufficiali tedeschi e quello che era successo non era una bella faccenda. Si diceva che fossero stati sequestrati dai fuochisti del Samaritan e bruciati vivi nelle caldaie.

Laruelle ci pensò su. Il Console amava il suo paese e da giovane avrebbe potuto coltivare – ma forse nemmeno: a quei tempi serpeggiava molto di più fra la popolazione civile – l’odio popolare verso il nemico. Ma era un uomo d’onore e probabilmente nessuno aveva mai sospettato neppure per un momento che avesse ordinato ai fuochisti del Samaritan di gettare i tedeschi nelle caldaie. Nessuno aveva pensato sul serio che, impartito un ordine simile, qualcuno avrebbe potuto eseguirlo. Ma restava il fatto che i tedeschi lì dentro c’erano finiti e non serviva granché dire che se lo meritavano di finire lì dentro. Qualcuno doveva pagare.

PROGETTO:

“Pagine scelte” è un’idea condivisa con gli studenti della biblioteca Sant’Agostino “Padre Tommaso Autiero”.

Chiunque può partecipare inviando una pagina letta e particolarmente amata, insieme con il  frontespizio del libro dal quale è tratta, eventualmente con poche righe di motivazione della scelta o commento, all’indirizzo: paginescelte@santagostinoriabilitazione.it

Sarà pubblicata nelle pagine Facebook “I ragazzi della biblioteca Sant’Agostino” e “Istituto Sant’Agostino”, oltre che nel sito www.santagostinoriabilitazione.it

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